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COLOMBINE PASQUALI DI SEMOLA INTEGRALE DI GRANO DURO

Tutte le mattine la sveglia suonava molto presto e naturalmente anche il giorno di Pasqua. Il pranzo doveva essere in tavola per le tredici e c’era sempre molto da fare.

Alcune pietanze iniziavano la loro preparazione il sabato Santo, sopratutto quelle dove le cotture erano lente.

Il pane era il primo pensiero appena sveglia. L’impasto si faceva subito, non si doveva perdere tempo, doveva lievitare a sufficienza. No quarant’anni fa non c’erano le lunghe lievitazioni, non poteva esistere un pane molto alveolato. La mollica doveva essere soffice ma piena, il pane era companatico, non doveva essere leggero come una piuma, doveva saziare gli uomini che lavoravano nelle campagne.

Pertanto per un chilo e mezzo di farina si usavano circa 15 g di lievito, ai tempi d’oggi una vera e propria eresia, lo penso anche io, ma meglio dei 25 g che leggo in alcune ricette per 500 g di farina… li è da linciaggio!

Lo impastava appena sveglia, nella terrina più grande che avevamo. Lo copriva con un canovaccio e lo lasciava lievitare, nel frattempo si dedicava alla preparazione delle altre pietanze.

Aveva sempre caldo, anche in pieno inverno, credo di averla visto il cappotto di rado, una mantella fatta con i ferri dalla figlia più grande bastava. I fisici di una volta …

Il pane veniva ripreso verso la tarda mattinata, dopo circa 4-5 ore di lievitazione, una parte veniva stesa sulla leccarda del forno e una più piccola nella leccarda della stufa a legna, per ultime le colombine amorevolmente preparate dalle sue mani per i nipoti, una ciascuno.

Le preparava in gran velocità, a fatica capivo i procedimenti, d’altra parte era difficile starle dietro era un vulcano in piena attività ogni giorno.

Le colombine venivano posizionate frontalmente al pane messo a cuocere nel forno della stufa.

Appena cotte, ogni nipote poteva mangiare la sua colombina fatta dalle mani amorevoli della nonna.

Il profumo del pane della nonna non l’ho più risentito, forse era qualcosa dentro alla mia mente, forse perchè nella preparazione, ora ognuno di noi mette qualcosa di sè…

Ricordo solo la gioia di ognuno di noi che gelosamente custodiva tra le proprie mani quella colombina fatta con tanto Amore.

INGREDIENTI

500 g di semola integrale di grano duro Senator Cappelli;

350 g di acqua;

10 g di sale iodato;

3 g di lievito di birra.

Procedimento:

Mettete nella ciotola della vostra impastatrice, munita di gancio, la semola ed azionate alla prima velocità. Inserite l’acqua gradualmente, in relazione alla tipologia della farina potrebbe essere utile aggiungere ulteriore acqua oppure servirne meno rispetto a quella indicata.

Aggiungete il lievito di birra, sciolto in un po’ d’acqua. Continuate ad impastare. Per ultimo il sale.

Impastate bene e portate ad incordatura il pane.

Sul piano di lavoro date alcune pieghe a raggio e lasciate riposare l’impasto per 10-15 minuti coperto da un canovaccio.

Oliate una terrina con il coperchio per mettere in lievitazione il pane.

Dopo il riposo, riprendete l’impasto e date alcune pieghe.

Riponetelo nella terrina, oliata precedentemente e ogni 30 minuti date dei giri di pieghe per almeno 3 volte.

Quando l’impasto avrà raggiunto il doppio del suo volume iniziale suddividetelo in palline da 50-60 gr.

Tirate le palline a fare dei filoncini che andrete ad avvolgere su ste stessi creando un nodo leggero.

Tagliate l’eccesso della “coda” e tenete solamente pochissimo impasto per il “becco”, cercando di dargli una forma il più possibile a punta.

Con il coltello tagliate la coda a formare le piume. Con l’aiuto di uno stuzzicadenti punzecchiate il corpo della colombina, facendo così sembraranno delle piume.

Lo stuzzicadenti poi lo andrete ad inserire nella parte di impasto anteriore, quella che avrete dato la forma appuntita per il becco, quando lo andrete poi a togliere, dopo la cottura lascerà i buchi e quelli saranno gli occhi della vostra colombina.

Lasciate lievitare le vostre colombe coperte da un canovaccio per 30 minuti. Infornate e 250°. Portate a cottura.

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