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CRUMBLE DI MELE, MIRTILLI E NOCI PECAN

Appena si entrava in casa, sulla sinistra del soggiorno si scorgeva una porta a soffietto di un color giallo paglierino, da lì si entrava in un sottoscala, o meglio una piccola porzione stretta, lunga ed angusta parallela all’ingresso di casa.

Non mi è mai piaciuto entrarci, o se proprio dovevo invocavo tutti i santi pregandoli di uscirne indenne, metteva veramente molta paura, non c’erano finestre e l’unica luce la faceva una solitaria lampadina penzolante dal soffitto di legno.

Quel sottoscala era ed è tuttora il luogo dove si ripongono le scorte per l’inverno, solo che in quel periodo non riuscivo a capire quanto fosse importante per la famiglia, per una ragazzina di 8 anni l’unica emozione che trasmetteva era terrore.

Il pavimento uguale a quello del salotto solo per pochissimi metri quadrati nel resto del sottoscala c’erano ancora i mattoni, cioè il vecchio pavimento della casa di quando il nonno l’aveva acquistata nel lontano dicembre dell’anno 1937.

Arrivati in fondo un grande scalino quasi a formare un ripiano dove si appoggiavano solitamente le mele e le patate in casse di legno coperte da un vecchio lenzuolo o da una vecchia coperta.

Le patate erano di nostra produzione, per quanto riguarda invece le mele venivano acquistate dalle famiglie Aldegheri, originarie del veronese, ma da moltissimi anni residenti a Vighizzolo.

Aldegheri Dario e Aldegheri Franco. Dario era il papà di una tra le mie più care amiche, mancato prematuramente, Franco il cugino di Dario.

Casa e terreni delle due famiglie erano adiacenti, ma il nonno ha sempre voluto acquistare le mele dalla Marisa, la vedova moglie di Dario, mamma di Fiammetta. Nonno aveva le sue idee e nessuno le contrastava mai, se nel paese c’erano famiglie che coltivavano frutta o verdura lì si doveva andare.

Le mele non si acquistavano di certo a chilogrammi come ora o addirittura a poche mele soltanto, si acquistavano a cassette, dovevano bastare per tutto l’inverno. Le casse variavano da due a tre ogni anno e venivano riposte in quel ripiano nella parte più lontana del sottoscala.

Le mele solitamente erano quelle gialle, non si parlava di varietà Golden, Fuji o altre si acquistavano per colore o per la sua consistenza. Le ordinava telefonicamente la mamma e poi le andava a prendere il sabato con la sua Fiat 600 dal colore rosso fiammante.

Negli anni avvenire dopo aver aiutato Franco nella raccolta delle mele, delle pere e dell’uva cambiammo il nostro fornitore di mele, che diventò Franco. Una delle esperienze lavorative più belle della mia vita, forse per il rapporto di amicizia che mi legava, a quel tempo, con la famiglia o forse perché le mie “colleghe” erano le mie amiche, le gran risate di quell’estate credo non le dimenticherò mai…

Ringrazio la mia amica Daniela per avermi fatto scoprire le meravigliose mele di Bio Sudtirol.

INGREDIENTI:

175 g di farina debole;

600 g di mele BIOSUDTIROL;

100 g di mirtilli;

100 g di noci pecan;

120 g di noci;

80 g di zucchero semolato;

150 g di zucchero di canna;

150 g di burro;

2 cucchiai di amido di mais;

il succo di un limone.

Procedimento:

Mettete il burro in una ciotola e fatelo ammorbidire a temperatura ambiente.

Tritate grossolanamente le noci e le noci pecan.

Adagiate la farina in una terrina con il burro ammorbidito, lo zucchero di canna e le noci pecan tritate ed impastate il tutto.

Sbucciate le mele, tagliatele a tocchetti e cospargetele con il succo di limone. Aggiungete successivamente lo zucchero semolato, l’amido di mais, le noci tritate e i mirtilli.

Imburrate ed infarinate una tortiera in ceramica dal diametro di 24 cm.

Adagiate le mele con i mirtilli. Distribuite poi il l’impasto sbriciolandolo grossolanamente.

Cuocete in forno a 180° finché sarà dorato.

Servite tiepido.

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